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Balcani in auto: cosa vedere e cosa si può evitare.

I Balcani sono il risultato della fusione di molteplici culture. Sono infatti moltissime le città, i villaggi, i musei, le chiese, le moschee da vedere, senza contare il patrimonio naturalistico: ho deciso quindi di compiere delle scelte, sacrificare alcune mete per vedere il più possibile e avere una visione d’insieme, per poi trarre spunto per eventuali viaggi futuri.

Il mio tour dei Balcani è durato due settimane, e l’itinerario che ho percorso ha attraversato Croazia, Bosnia Erzegovina, Montenegro e Serbia; non ho potuto visitare tutto quello che speravo. La terra che ho amato di più è stata la Bosnia, dove di sicuro tornerò, quella che ho gradito di meno, il Montenegro. Qui alcune informazioni utili per il viaggio.

Croazia

E’ il primo stato che si incontra venendo dall’Italia, e anche il più simile, per architettura, usanze e cucina. Molti croati dell’Istria e Dalmazia parlano italiano, non avrete problemi a farvi comprendere.

La prima tappa, che considero essenziale, varrebbe da sola il viaggio, è il Parco Nazionale dei laghi di Plitvice. L’attrazione naturale più bella di tutta la Croazia è patrimonio UNESCO: un complesso di 16 laghi, dalle acque limpide e cristalline dalle molteplici sfumature turchesi, collegati tra loro da infinite cascate e cascatelle.

Altro Parco Nazionale, dove fare trekking, ammirare il mare Adriatico e arrampicare (dove anche Manolo ha aperto una via storica, il maratoneta), è quello di Paklenica, un’imponente barriera calcarea naturale tra la costa e l’entroterra.

Due sono le città croate da visitare, una delle quali è sicuramente Spalato: antica colonia greca e in seguito romana, come testimonia il Palazzo dell’imperatore Diocleziano, patrimonio UNESCO, perfettamente incorporato nel centro storico cittadino tra mercati, caffè, palazzi e alberghi eleganti. L’altra cittadina in cui fermarsi è Dubrovnik, circondata da mura lunghe 2 km su cui è possibile camminare per ammirare il blu profondo dell’Adriatico, la sua fortezza a picco sul mare o i vicoli e i tetti rossi delle abitazioni del centro storico.

Se volete trascorrere qualche giornata in spiaggia, il mio consiglio è quello di non limitarsi alla costa ma di imbrarcarsi per qualche isola, le più belle sono Hvar, perfetto connubio tra mondanità snob e quieto rifugio soleggiato, e Brac, con la famosa la spiaggia di Zlatni Rat, una lingua di ciottoli incastonata nel mare Adriatico.

Infine, se volete rilassarvi sorseggiando un bicchiere di vino, sono imperdibili le colline dello Zagorje, sopra Zabagria, paesaggio bucolico costellato di castelli medioveali, il più suggestivo è quello di Veliki Tabor.

Veliki Tabor.

Una meta che non ho apprezzato particolarmente e che si può evitare, se avete a disposizione poco tempo, è Zagabria. Graziosa cittadina balcanica, troppo caotica al di fuori del piccolo centro storico.

Montenegro

Devo essere sincera, è la tappa che mi ha entusiasmata di meno. Ha una piccola zona costiera molto caotica, soprattutto in estate, a causa soprattutto del turismo russo, il Montenegro è infatti una delle mete preferite dagli abitanti della ex Unione Sovietica. Le mete che a mio parere meritano una visita sono la penisola di Sveti Stefan, il monastero di Ostrog e il parco del Durmitur.

Costa montenegrina e Sveti Stefan.

Sveti Stefan è una piccola penisola collegata da una stretta lingua di sabbia alla terraferma; divenuto un resort diffuso di lusso, è purtroppo inaccessibile a meno che non prenotiate una camera, ma il paese alle sue spalle, con le piccole baie sabbiose adatte per crogiolarsi al sole e per gustare un aperitivo al tramonto, è suggestivo.

Il monastero di Ostrog è un’originale costruzione scavata nella roccia che si scorge da lontano quando ci si avventura nell’entroterra selvaggio, lento e disabitato del Montenegro, un’altra dimensione.

Infine, visitando il Parco Nazionale del Durmitur ci si rende conto che la vera ricchezza di questo piccolo stato balcanico è il suo patrimonio naturalistico, paesaggi incontaminati, fiumi limpidi in cui fare rafting e quieti laghi in cui concedersi un bagno. Raramente ho visto acque più azzurre.

La baia di Kotor, Budva, Perast mi sono sembrate graziose ma troppo caotiche e disorganizzate.

Bosnia

Credo non si possa visitare la Bosnia e non innamorarsene all’ìstante. Terra purtroppo martoriata dall’ultima guerra civile, crocevia di culture con una popolazione curiosa, gentile e ospitale.

Prima tappa obbligatoria è la capitale, Sarajevo: vi entrerà nel cuore per non abbandonarlo più. Città enigmatica, romantica e cosmopolita, nonostante le ridotte dimensioni, grazie al suo essere un crocevia di culture. Perdetevi tra i vicoli del quartiere turco, ammirate i palazzi dall’architettura asburgica, visitate le innumerevoli moschee, sinagoghe, chiese cattoliche e ortodosse, visitate la Biblioteca e prendete la funivia per ammirare la città dall’alto. Due giornate bastano appena per iniziare a capirla, meglio avere più tempo a disposizione per comprenderne l’essenza.

Altra città imperdibile è Mostar, con il suo famoso ponte ottomano Stari Most, patrimonio UNESCO. Consiglio di prenottare qui almeno una notte, per poter girovagare nel quartiere turco al calar del sole, tra mille luci, candele e ponti medioevali l’atmosfera è magica, come in pochi altri luoghi al mondo.

Ponte Stari Most a Mostar.

Ultima sorprendente scoperta in Bosnia è stata la cittadina di Trebinje. Trascurata e in parte dimenticata dal turismo di massa, sorge sulle rive del fiume Trebišnjica. Percorrete i suoi viali alberati e visitate il piccolo centro storico, in cui vi sono ancora testimonianze del periodo ottomano, e i monasteri nelle sue vicinanze.

Il monastero di Blagaj, la casa del derviscio, si trova a pochi chilometri da Mostar e si visita in mezza giornata. E’ originale come costruzione, addossata a una falesia e sull’argine di un fiume, ma è poco entusiasmante, forse a causa del troppo turismo e degli innumerevoli bar e ristoranti che vi sono sorti intorno.

Serbia

Ultima tappa di questo viaggio è la Serbia. A parte Belgrado non ho visitato nient’altro, ho solo attraversato in auto le sue terre, campi coltivati a perdita d’occhio e piccole cittadine nuove sorte attorno a complessi industriali. La capitale è attraversata da due fiumi, la Sava che si getta nel Danubio proprio qui a Belgrado. I luoghi imperdibili sono il museo Nikola Tesla, il quartiere bohemien di Skadarlija e la Fortezza da cui si può ammirare lo skyline cittadino.

Se avete tempo fermatevi appena fuori Belgrado a Zemun, piccolo quartiere elegante sulle rive del Danubio, per concedervi una passeggiata romantica lungo il fiume e gustare una cena a base di pesce fresco in uno dei tanti raffinati locali.